ELEZIONI 2023 RAE ARGENTINA AL MONDO

Sostegno da diversi leader del mondo alla candidatura di Sergio Massa

Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha espresso il suo sostegno al ministro dell'Economia argentino, Sergio Massa, in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali di domenica prossima. Il leader socialista ha avvertito gli argentini che il 19 novembre "non solo eleggeranno un nuovo presidente, ma decideranno qualcosa di molto più importante, ovvero il futuro che vogliono per il loro Paese". Sanchez ha sottolineato che i due candidati in corsa offrono "opzioni profondamente diverse", spiegando che Massa "rappresenta un impegno per la convivenza democratica, per l'armonia, e offre un progetto di unità, di solidarietà, con opportunità per tutti". Secondo il capo dell'esecutivo di Madrid, in un contesto globale "complesso e incerto" come quello attuale, sono necessarie "politiche che rispondano alle esigenze della gente e che portino avanti i progressi sociali".
Ha pure manifestato il suo sostegno il presidente del Brasile Lula Da Silva affermando: "Al ballottaggio del 19 novembre, l'Argentina farebbe bene a scegliere un presidente che "ami" la democrazia, che rispetti le istituzioni, che ami il Mercosur, che ami il Sudamerica", ha detto Lula nel corso di un'intervista trasmessa sui canali social del governo. Lula, ha ribadito l'importanza del legame tra i due Paesi in termini di rapporti economici e di creazione di posti di lavoro. Nel corso del terzo e ultimo dibattito televisivo, tenuto domenica sera, Massa aveva rimproverato a Milei l'idea di abbandonare il Mercosur, l'area di libero scambio cui appartengono i due Paesi, assieme a Uruguay e Paraguay. Appunto l'ex presidente dell'Uruguay,José "Pepe" Mujica, ha affermato che se fosse argentino e potesse votare alle elezioni presidenziali di domenica prossima, "voterei per (Sergio) Massa con entrambe le mani", riferendosi all'attuale ministro e candidato dell'Economia argentino ed candidato di Unione per la Patria (Up). Mujica ha affermato che Massa, "più volte, ha sottolineato la necessità di un governo di unità nazionale" e ha detto che "è consapevole che l'Argentina non ha bisogno di un cataclisma ma piuttosto di strutturare l'unità nazionale, perché lì avrà la forza di uscire dal dramma in cui è immersa". "Per questo", ha ribadito Mujica, "se potessi votare, voterei Massa con entrambi le mani, perché mi sembra che nel suo atteggiamento aperto al dialogo e all'inclusione ci sia speranza, e non disprezzo e schiacciamento". E ha concluso: "Buona fortuna argentini, per tutti i latinoamericani, per il popolo argentino e per quelli che abitiamo vicino all'Argentina". Intanto Il presidente del Messico, Andres Lopez Obrador, ha definito il candidato presidenziale argentino del ultradestra Javier Milei, di La Libertà Avanza (Lla) come un "fascista conservatore" e ha criticato i suoi attacchi al Papa Francesco. "Milei è un fascista", ha detto Lopez Obrador nel corso della tradizionale conferenza stampa quotidiana. "È anche contro il Papa, su cui dice che sia comunista semplicemente perché è a favore della giustizia", ha aggiunto. "Questo fascista ultraconservatore si lancia contro Francesco perché è uno dei Papi più coerenti che sia mai esistito nella storia della Chiesa, attaccato alla dottrina cristiana dell'amore del prossimo e della difesa dei poveri", ha concluso.
In vista del ballottaggio di domenica, la situazione di partenza dei due sfidanti è quella segnata al primo turno del 22 ottobre: Milei, ha ottenuto il 29,9 per cento dei voti contro il 36,7 per cento ottenuto dal candidato del peronismo, il ministro dell'Economia, Sergio Massa. Per recuperare terreno, Milei ha varato all'indomani della chiusura delle urne una decisa svolta alla sua strategia: se fino ad allora il nemico giurato era la classe politica tutta, riassunta nello slogan “o casta o libertà”, oggi si parla di “mettere una volta per sempre fine al peronismo”. Uno schema che ha permesso al leader de La libertà avanza (Lla) essere cooptato dal Ex presidente Mauricio Macri il cui partito è stato escluso dal ballottaggio con il 23,8 per cento dei voti