RAE ARGENTINA AL MONDO

Carcere e Covid: una bomba a orologeria?

Il presidente Alberto Fernández ha affermato che la situazione nelle carceri dell'Argentina, dinanzi a la minaccia del coronavirus, lo preoccupa. In dichiarazioni rilasciate ad una radio argentina, il mandatario ha asserito: "Sto cercando che la questione sia controllata in modo razionale. Però non è un problema dell'Argentina bensì del mondo intero".

La dichiarazione ha luogo durante una settimana in cui, a causa della diffusione del coronavirus e della comparsa di casi fra alcuni carcerati, i penitenziari sono apparsi sulla scena pubblica come una bomba a orologería. Vi sono stati ammutinamenti nelle carceri di Florencio Varela (provincia di Buenos Aires), Devoto (città di Buenos Aires) e nelle province di Santa Fe e Corrientes.

Prima dell'arrivo del Covid-19 le carceri costituivano una problematica complessa. Il sovraffollamento, le condizioni diverse fra coloro che hanno ricevuto una condanna definitiva e quelli che sono in attesa di condanna fanno parte di una realtà intorbidita dalla pandemia.

Con la dichiarazione della pandemia, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha raccomandato ai paesi facenti parte del Patto di San José di Costa Rica (fra cui l'Argentina) di sorvegliare la situazione sanitaria nelle carceri dinanzi all'avanzamento della pandemia.

In questo contesto, vi sono stati reclami da parte delle associazioni delle vittime dei delitti e del Ministro per le Donne, Elizabeth Gómez Alcorta, per la liberazione nella provincia di Buenos Aires di carcerati accusati di violenza di genere o abuso sessuale. La questione è al centro dell'attenzione perché le persone liberate, appartenenti ai gruppi a rischio, sono tornate a vivere nella casa o negli stessi quartieri delle loro vittime.

Lo scrittore e giornalista, Eduardo Anguita, ha condiviso la sua opinione sulle carceri, sulla crisi sanitaria e su questo complesso panorama che rappresenta la realtà delle persone rinchiuse.

 

 

///Il sovraffollamento carcerario in Argentina è una situazione che risale a molti decenni fa. Dinanzi alla comparsa del Covid, i detenuti hanno perso le visite, i colloqui intimi ed hanno creato i loro propri codici di protezione contro il virus come avviene nella provincia di Buenos Aires. È una mia opinione personale. In Argentina, le risorse sono molto scarse per affrontare la crisi. Non vi è dubbio che la situazione dei carcerati sia cattiva. Non si può neanche accettare la violazione dei loro diritti. Però non ho nessun dubbio che la situazione di altri settori (medici, case di riposo e contesti di povertà) sia critica e che le scarse risorse dell'Argentina in questo contesto debbano essere applicate in modo sensato.///

Staff Rae Italiano: Caritina Cosulich e Marcelo Chelo Ayala
Intervista e Produzione: Silvana Avellaneda
Web: Julián Cortez